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Prima la minaccia: «Non sottoscrivo il dl», poi la richiesta di modifiche a Letta... e scoppia la pace  

 

 

stefania20prestigiacomoNon sarà in salita, ma di sicuro la strada verso il nucleare è già un percorso ad ostacoli. Dopo solo 24 ore dall'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, lo schema di decreto che dà il via all'individuazione dei siti per le prossime centrali nucleari italiane, spacca il governo. La titolare dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo rifiuta di firmare il documento e il ministro Claudio Scajola pronto al muro contro muro. Scintille, qualche telefonata, poi, in serata, torna il sereno.

 

«Tutto risolto positivamente» annuncia la stessa Prestigiacomo. A scatenare la bagarre alcune divergenze sulle disposizioni legate agli iter autorizzativi per la costruzione dei nuovi impianti. Nel mirino della Prestigiacomo finisce l'articolo 13 del decreto secondo cui la Via (valutazione di impatto ambientale) non può rimettere in discussione le scelte della Vas (l’organo che individua le aree adatte alle centrali). Un criterio che alla titolare dell'ambiente non andava giù, tanto da prendere carta e penna e inviare una lettera al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta: «O si cambia, o così il decreto non lo firmo».

 

In verità già martedì a Palazzo Chigi, nel corso della riunione che ha dato il via libera al provvedimento, c'era stato un serrato confronto su alcuni punti del decreto. La Prestigiacomo aveva presentato circa 60 richieste di modifica al testo, la maggior parte delle quali sono state accolte con la mediazione di Letta. Non si è invece riusciti a trovare un accordo proprio  sull'articolo 13, tanto che il decreto è stato approvato «salvo intesa».

 

In termini generali, il testo prevedeva che prima vengono individuate le aree geografiche idonee ad ospitare le centrali nucleari attraverso la Vas. Successivamente gli operatori indicano il sito prescelto e ricevono se sussistono i requisiti richiesti, l'autorizzazione da parte dell'Agenzia per il Nucleare.

 

Una volta ottenuta l'autorizzazione, gli operatori possono richiedere al Ministero dell'Ambiente la Via che, secondo quanto dispone il comma in discussione, non potrà però rimettere in discussione la Vas. Sembrava profilarsi una rottura fra i due Ministeri, con l'Ambiente che chiedeva un maggior ruolo nel processo decisionale e lo Sviluppo che puntava a proteggere l'autonomia dell'Agenzia del Nucleare. Ma nel pomeriggio di ieri la diplomazia ha avuto la meglio e le posizioni si sono riavvicinate: «Si è trattato di un confronto sui contenuti risolto positivamente» puntualizza la Prestigiacomo, sottolineando che «sono state accolte positivamente e recepite nel testo del dlgs sul nucleare tutte le proposte che erano state avanzate dal Ministero dell'Ambiente».

 

Pace fatta, insomma.

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