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m5s dice no a bersani

ROMA - È in corso l'incontro, nella Sala del Cavaliere di Montecitorio, tra Pierluigi Bersani e la delegazione del Movimento 5 Stelle.

L'appuntamento è in diretta streaming sulla webtv della Camera dei deputati. Di fronte al segretario del Pd, sul tavolo della riunione, siedono i due capigruppo 'stellati', Crimi e Lombardi. Alla riunione sono presenti anche un'altra mezza dozzina di persone.
«Parto dal presupposto: governo sì, governabilità ok, ma senza cambiamento non ci può essere governo. Voi di questo cambiamento siete protagonisti, ma non siete esclusivi protagonisti. La mia forza sente questa esigenza. Io non farò governi che abbiano davanti l'impossibilità di cambiamento», ha detto Bersani rivolto ai due capogruppo del Movimento 5 Stelle. «A chi è più vicino chiedo responsabilità. Alle forze che vogliono avere più autonomia chiedo di non impedire questo percorso».
«C'è un aspettativa di governassimo, ma io dico 'non esiste'», ha detto Bersani al M5S. Un no «non per preclusione verso la destra, che la pensa diversamente da me ma è in tutta Europa, ma perchè metteremmo un coperchio politicista su una pentola che chiede cambiamento: finiremmo per bloccarci reciprocamente. Questo non si farà».
«C'è da dare un governo a questo Paese. Questa è un'esigenza conclamata», ha detto il segretario del Pd. «Il presidente della Repubblica ha fatto la sua parte in modo correttissimo sul profilo costituzionale e ha detto di provare a formare il governo senza dimenticare il quadro delle difficoltà» del Paese. «Le difficoltà politiche si concretizzano in termini numerici».
«Solo un insano di mente potrebbe avere la fregola di governare in questo momento. Sia chiaro: io sono pronto a prendermi una responsabilità enorme. Chiedo a ciascuno di prendersene un pezzettino».

"STESSE COSE DA 20 ANNI" «Sono venti anni che sentiamo queste parole. Mentre parlava mi sembrava di sentire una puntata di Ballarò. Sono venti anni che voto e che sento parlare delle stesse cose e non vengono mai realizzate». Così Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del M5S, replica al programma esposto da Pier Luigi Bersani alla sua delegazione. «Lei diceva che solo un insano di mente può avere la fregola di voler governare il Paese; ebbene, noi noi siamo quegli insani di mente perchè abbiamo un progetto per il Paese. Noi siamo disposti a prenderci la responsbilità, a riprenderci la sovranità, a riprenderci il nostro Paese».

"NON CI FIDIAMO" «Nonostante quello che si dice sul nostro dibattito, il messaggio che riceviamo unanime da nostri elettori non è quello della 'responsabilità', ma di non dare fiducia in bianco». Così il capogruppo M5S Vito Crimi a Pier Luigi Bersani.

IL DIBATTITO Il senatore Crimi prende la parola dopo la proposta di Bersani: "Vogliamo le prove, non ce la sentiamo di fidarci. Voteremo i singoli provvedimenti, molti condivisibili. Ma la fiducia è qualcosa che si dà in bianco. Ci sentiamo di dover respingere sull’assunzione di responsabilità per l’impegno di governo: noi siamo il risultato di questi ultimi 20 anni, non siamo la causa. Siamo il risultato di una legge elettorale".
Bersani replica: Io vi rispetto, sia chiaro: io considero la vostra posizione. Io non la penso allo stesso modo: anche io ho vissuto questi ultimi 20 anni. Qualche anno ho anche governato: ma non siamo tutti uguali. Io dico: adesso si può, se si vuole. Capisco e rispetto, prendo atto della vostra posizione. La fiducia si dà e si toglie, in Parlamento: e c’è anche il modo di non darla consentendo di governare. Il ragionamento che lei faceva, Crimi, “noi siamo il risultato di quanto successo” lo capisco. Voi avete parlato col Capo dello Stato e avete. Qui, purtroppo non è Ballarò: qui è ‘ na roba seria. I prossimi mesi sono ‘na roba seria: qua non è Ballarò, è ‘na roba seria i prossimi mesi. Ho detto e ribadisco: un governo senza cambiamento io non lo faccio. Non ci sarà una cosa del tipo: abbiamo scherzato, io danni al mio Paese non lo faccio. In quello che farò o non farò, magari a nostro modo, staremo dalla parte del cambiamento”.
Interviene la grillina Lombardi: “Il tema del cambiamento che noi abbiamo portato è stato preso anche nella vostra campagna elettorale”.
Aggiunge Crimi: “Un’occasione unica, questa: qui ci sono tre blocchi, è una situazione che non permette a nessuno di imporre una linea politica sulle altre. Si può evitare azioni come quelle del passato. Qui si può ottenere un grande risultato perché su ogni fronte si dovrà discutere”.
Bersani incalza: “Posso anche accettare che il tutto nasca da un sistema elettorale che non è proporzionale e non è maggioritario. Parlate al futuro: dite farete, faremo... Qui il problema è che non c’è uno che ci pensa. Se la soluzione è appoggio esterno o chissà cosa, se ne parla col Capo dello Stato”.
Crimi: “Abbiamo visto al Senato, con Grasso abbiamo fatto partire il Senato. Adesso si sta andando a rilento con le commissioni, che sarebbero figlie del Governo. Magari facciamo attivare le commissioni parlamentari. la lentezza parlamentare è esasperante”.
Bersani: “Ok, ma non è che dobbiamo aspettare qua dei mesi: in 48 ore si decide. Si può anche fare un regime parlamentare. Io non sto qua. Io dalla vita ho avuto tutto quello che dovevo avere, non sono ambizioso. Io ritengo la cosa realistica, quello che propone. Qui si passa dal “faremo” all’”avremmo potuto fare”: vedo realistico il mio piano. Vedo che anche il noviziato lo stato superando bene. Ora siete una grande forza di questo Paese”.
Prende la parola Enrico Letta, al tavolo al fianco di Bersani: “Ora qui si deve trovare una sintesi mescolando le posizioni, perché sulle singole posizioni la maggioranza non c’è mai. La commissione per il pagamento alle imprese è partita. Sulle cose e sulle fiducie si devono mescolare i voti, se no il Parlamento davvero si blocca”.
Coi saluti si chiude l’incontro. All’uscita Crimi dice: “Poco da aggiungere”. La Lombardi dice: “Noi voteremo no alla fiducia al Senato o alla Camera”. Crimi sul futuro: “Noi non abbiamo nessuna remora a proporci come forza in grado di formare un governo che può essere condiviso dalle altre forze politiche. Se Napolitano pensa che possa esserci un governo a 5 stelle, partendo da quei 20 punti, noi siamo pronti. Appoggio esterno o uscita dall’aula? Appoggio esterno non so in che termini si possa intendere, se il Pd fa il cambiamento e una serie di cose ha comunicato sul sociale, lavoro, piccola impresa, noi siamo pronti a dare il nostro appoggio. Chiamiamolo come vogliamo. La decisione per il Senato è quella di votare no ad un Governo al Senato”. Lombardi: “Se appoggio esterno significa votare la fiducia senza entrare nel governo, allora è no. Entrata nel governo? La posizione è sempre quella, no”. Crimi puntualizza: “Non ci sono condizioni per dare la fiducia a questi partiti”. “Noi vogliamo vedere i fatti”, dice la Lombardi. L’uscita dall’aula al Senato per far partire il governo? “Escludiamo che usciremo dall’aula tutti”. “O governo 5 stelle o governo 5 stelle”, dice la Lombardi non rispondendo ad una domanda sull’identità di posizione sula crisi con Pdl e Lega (o governissimo o voto). Crimi insiste: “Noi proveremmo a fare il governo perché a differenza degli altri abbiamo la credibilità: noi in questi tre anni abbiamo fatto quello che dicevamo e detto quello che avremmo fatto. I numeri? Sarà responsabilità degli altri partiti...” La Lombardi vuole scappare via, ma c’è una ultima domande. “Non ci sono conseguenze all’ipotesi di uscita – dice Crimi – all’unanimità abbiamo deciso il no alla fiducia. Al Senato non eravamo unanimi per Grasso. Ieri il dibattito s’è chiuso con l’unanimità”.

MOODY'S OSSERVA BERSANI L'agenzia Moody's guarda «agli sforzi di Bersani per formare un governo» per le sue valutazioni sul rating. È quanto afferma in un'intervista alla Reuters l'analista Dietmar Hornung secondo cui l'esito del tentativo del leader Pd ha riflessi nel «breve termine» sul profilo di credito del paese.
Hornung mette in evidenza come per l'Italia la difficile situazione dell'Eurozona in aggiunta ai propri problemi politici interni siano un ostacolo alla crescita e potrebbero avere un impatto sul rating. «La situazione di Cipro e il suo impatto sull'eurozona è negativo e l'Italia non fa eccezione», ha spiegato.

 

Tratto da

Leggo

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