ROMA - Fumata nera: rinviato il decreto per il pagamento dei debiti della P.A. «Si terrà nei prossimi giorni» il Consiglio dei ministri che varerà il decreto.
Lo comunica Palazzo Chigi spiegando che il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, «anche a seguito delle articolate Risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato, ha fatto presente al presidente del Consiglio l'opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della Pa».
DECRETO NEL WEEKEND Il governo varerà il decreto legge per lo sblocco delle risorse per i pagamenti dei Comuni alle imprese entro fine settimana o al più tardi lunedì prossimo. Lo ha detto il presidente dell'Anci Graziano Delrio dopo l'incontro con il governo, aggiungendo che da subito saranno disponibili 7 miliardi di euro.
NON AUMENTA NEL 2013 L'IRPEF REGIONALE Nel provvedimento per il pagamento dei debiti della P.A. non è prevista la possibilità di aumentare l'addizionale Irpef regionale, anticipando a quest'anno la maggiorazione che scatterà nel 2014. L'ipotesi non è contenuta nel testo in arrivo al Cdm.
ANGELETTI: INACCETTABILE Il possibile anticipo al 2013 dell'aumento dell'addizionale regionale Irpef per coprire in parte il pagamento dei debiti alle imprese «sarebbe una scelta sciagurata», «per noi francamente inaccettabile».
Così l'ha commentato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ospite di Radio Anch'io su Rai Radio1.
Angeletti ha ammonito sulla «lezione» che il 2012 ha lasciato al Paese, sottolineando che «ogni volta che si aumentano le tasse, si riducono i posti di lavoro, l'economia peggiora e quindi i conti dello Stato. Ogni scelta che va in questo senso non risolve alcun problema, ma lo aggrava. E si paga in posti di lavoro».
M5S: PRIMO TESTO A FAVORE DELLE PMI «Il Parlamento dice sì alla risoluzione unitaria sui pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni (40 miliardi di euro) a favore delle piccole e medie imprese, sposando gran parte delle tesi del MoVimento 5 Stelle». È quanto si legge in una nota diffusa da Enrico Cappelletti «cittadino portavoce M5S al Senato».
«Come MoVimento 5 Stelle, per coerenza con la nostra linea politica di votare le idee ed i provvedimenti abbiamo ritenuto opportuno ritirare la nostra risoluzione per convenire a una soluzione condivisa. Noi - aggiunge - crediamo che i debiti vadano pagati tutti, ma siamo anche consapevoli della situazione disastrosa dei conti pubblici, conseguenza di decenni di mal governo. Le risorse a disposizione sono scarsissime».
«In commissione - racconta Cappelletti - abbiamo indicato queste priorità: prima alle aziende, al lavoro, all'economia reale e poi alle banche e alla finanza. Prima alle piccole e medie imprese e poi alle altre più grandi. Prima alle piccole opere piuttosto che a quelle grandi». «Il secondo punto del nostro programma - insiste - è: 'Occorrono misure immediate per il rilancio delle PMÌ. Abbiamo posto le piccole aziende e il loro rilancio in cima alla lista delle nostre priorità».
«Da esse - conclude il portavoce del M5S - dipende la ripresa del mercato del lavoro ed oggi in Italia c'è fame e sete di lavoro più di ogni altra cosa. Questo deve essere solo il primo di una serie di provvedimenti necessari ed urgenti a favore delle PMI. Ci riserviamo di presentare eventuali successivi emendamenti all'atto definitivo del governo qualora ce ne fosse la necessità».
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