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Il sindaco di Firenze: "Il Pd deve decidere: o il Cavaliere è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di votare subito. O è un interlocutore. Non si può stare in mezzo al guado". Il "Rottamatore" parla di incarico "surgelato": "Non si può elemosinare mezzi consensi a persone come la capogruppo dei 5 Stelle che hanno dimostrato arroganza e tracotanza".

O un patto con Berlusconi o elezioni anticipate. Matteo Renzi parla con il Corriere della Sera e vede solo queste due strade perché “il pianeta corre e l’Italia è totalmente ferma”. Il sindaco di Firenze chiarisce: ”Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti”, dice il sindaco di Firenze aggiungendo: “Non si può stare così in mezzo al guado. Io ho tutto l’interesse a votare subito. Ma l’importante è decidersi”. Il “Rottamatore” propone che “Bersani riunisca fin dalla prossima settimana i gruppi parlamentari” per lanciare “una proposta forte, il sindaco d’Italia: una nuova legge elettorale, abolizione del Senato”; “in sei mesi si può fare. Come anche l’abolizione delle Province”. Renzi incalza: “Il Pd avanzi la sua proposta, senza farsi umiliare andando in streaming a elemosinare mezzi consensi a persone come la capogruppo del 5 Stelle, che hanno dimostrato arroganza e tracotanza nei nostri confronti”; “mi veniva da dire: Pierluigi, sei il leader del Pd, non farti umiliare così!”. Per Renzi, poi, i saggi “non sono certo la soluzione della crisi, al più possono essere concausa della crisi”.

L’obiezione a Renzi viene dall’interno dello stesso Pd: “E’ irrispettoso nei confronti del presidente della Repubblica parlare di perdite di tempo” dice Stefano Fassina, a Repubblica. “Se avessimo voluto un governo a prescindere avremmo raccolto l’offerta interessata del Pdl: Bersani a questo punto sarebbe già a palazzo Chigi – spiega il responsabile economico dei democratici – L’ipotesi Bersani rimane l’unica praticabile per dare un senso a questa legislatura ed evitare di allargare la frattura tra cittadini e istituzioni. Ricordo che è ancora quella approvata all’unanimità dal partito”.

Il Pd “deve smettere di fare melina – insiste Renzi – Non si può stare fermi in attesa che Bersani ottenga l’incarico. E’ ridicolo rimanere con un incaricato surgelato”, sottolinea il sindaco di Firenze. “Non parto dall’accordo con Berlusconi, ma dal fatto che si devono avere idee chiare. O si va a votare, e la cosa non mi spaventa, o si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica. Qui invece si punta a prendere tempo – osserva – e a eleggere un capo dello Stato che ci dia più facilmente l’incarico di fare il nuovo governo”. Certo, governare insieme al Pdl non è il primo dei desideri: “Andare al governo con Gasparri fa spavento, non a caso io sono pronto a votare subito. Ma se il Pd ha paura delle urne deve dialogare con chi ha i numeri”, prosegue Renzi. “Il Pd avanzi la sua proposta, senza farsi umiliare andando in streaming a elemosinare mezzi consensi a persone come la capogruppo dei 5 Stelle, che hanno dimostrato arroganza e tracotanza nei nostri confronti. Non dobbiamo inseguire Grillo. Facciamo noi i tagli alla politica, aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti e poi vediamo chi insegue”. Per il sindaco fiorentino “si può votare a giugno e, se si vuole, si possono convocare le primarie anche in tempi brevi. Io sono pronto a candidarmi. Berlusconi vuole il voto a giugno proprio per non dare spazio a me. Noi possiamo sfidarlo. Se corro io, lui è difficoltà, basta vedere i sondaggi”.

I saggi nominati dal Capo dello Stato “non sono certo la soluzione, al più possono essere concausa della crisi” (“Cosa si possono dire di nuovo Violante e Quagliariello?”), ma “dare la colpa a Napolitano per l’impasse è come dare la colpa al vigile se in città c’è traffico”, afferma Renzi, che invita Bersani a “riunire subito i gruppi parlamentari e lanciare una proposta forte. Il Pd deve avere un sussulto di orgoglio: via il Senato, via le province, legge elettorale dei sindaci. In sei mesi si può fare. Una gigantesca operazione di deburocratizzazione, con una grande scommessa sull’online. E un piano per il lavoro. Mi sembra incredibile – conclude – che non si capisca la crisi terribile che vivono gli italiani. So che sto mettendo un paletto negli occhi del Pd, che sarebbe meglio tacere, ma io non sto zitto se l’Italia va a rotoli”.

 

Tratto da

Il Fatto Quotidiano

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