ROMA - M5S Roma lancia l'iniziativa OccupyParlamento per sollecitare l'apertura delle Commissioni parlamentari e appoggiare l'occupazione di protesta delle Camere dei rappresentanti del Movimento.
Oggi dalle 18 alle 22 i militanti sono chiamati a un presidio in piazza Montecitorio.
L'appello via internet sul sito di M5S Roma e del candidato a sindaco Marcello De Vito. L'iniziativa ripresa tra gli altri dalla deputata romana 5 Stelle Federica Daga su Twitter: «Per attuare il #Cambiamento, è necessaria molta energia».
LOMBARDI: NON BLOCCHEREMO I LAVORI «Ci hanno chiesto se la nostra occupazione dell'Aula era ostativa dei lavori parlamentari, perchè poteva sembrare così, abbiamo spiegato che noi non ci permettiamo di bloccare i lavori». Lo spiega Roberta Lombardi, capogruppo del M5S alla Camera, al termine della capigruppo di Montecitorio.
La 'occupazione della Camera' da parte dei parlamentari del M5S è prevista subito dopo la conclusione dei lavori d'Aula: i deputati resteranno nell'emiciclo fino a tarda notte. Alle 18, invece, incontreranno una delegazione di cittadini che ha organizzato un presidio davanti a Montecitorio.
BERSANI A BERLUSCONI: "MASCHERINA TI CONOSCO" «Giovedì o venerdì» si farà l'incontro tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi e riguarderà «il metodo per eleggere il nuovo presidente della Repubblica». Lo ha detto lo stesso Bersani intervenendo ad Agorà su Raitre. Bersani, pur garbatamente, ha polemizzato con Berlusconi: «Lui è simpatico, e ha detto che io ho accettato di incontrarlo: io non ho mai avuto preclusioni, è lui che non è venuto alle consultazioni per incontrarmi».
«A proposito di larghe intese, e governissimi, io ho vissuto la fase finale del governo Monti. Noi siamo rimasti lì e Berlusconi si è 'dato' tre mesi prima. Quando lo incontro glielo dico: 'Ti conosco, mascherina'... Noi abbiamo già dato».
LARGHE INTESE «Anche io, a mio modo, ho una proposta di larga intesa. Propongo di svolgerla in un certo modo che permetta un cambiamento e non la fossilizzazione», ha detto Bersani commentando le parole del presidente Napolitano. Bersani ha sottolineato che anche la sua proposta prevede un governo di minoranza, come avvenne nel 1976.
Bersani ha rilanciato la sua proposta già avanzata nei giorni scorsi: «Si faccia un governo di cambiamento; si istituisca una convenzione per le riforme affidata a chi non governa; si scelga assieme un presidente della Repubblica che abbia una larga base parlamentare». Riferendosi poi alle parole di ieri di Napolitano sul governo del 1976, Bersani ha osservato: «Nel 1976 c'era uno che governava, ed altri che lo consentivano. Era una forma di governo di minoranza. Io mi sono rivolto al M5S e al Pdl e ho detto 'consentite il governò: loro hanno detto 'nò, non io».
«La mia idea - ha detto ancora il segretario del Pd - è che questa corresponsabilità comune sia nella direzione del cambiamento, non dell'arroccamento e della paralisi». Bersani ha sottolineato che, come nel '76, anche nella proposta da lui ribadita c'è una forma di «riconoscimento reciproco» tra i vari poli in campo: «La mia è una forma di governo di minoranza. Nella mia formula c'è un riconoscimento reciproco. La forma di responsabilità comune io la svolgo in un certo modo, perchè un governo in cui ci sono io e Gasparri non è ciò di cui l'Italia ha bisogno».
Bersani ha aggiunto anche sul programma è disposto a discutere: «E poi questo 'consentirè da parte degli altri partiti uno lo può sempre revocare; ma c'è l'urgenza di far partire la legislatura con elementi di terapia d'urto» sul campo sociale e su quello della moralizzazione della vita pubblica.
EVITARE IMPROVVISAZIONE «L'ideale è mettere assieme elementi di competenza con elementi di novità; ma non c'è contraddizione perchè la novità non è sempre nuovismo», ha detto Bersani descrivendo il profilo che dovrebbe avere il nuovo presidente della Repubblica. Tuttavia, ha aggiunto, «non si possono fare improvvisazioni, perchè quella postazione è essenziale per la nostra democrazia». «Io ho in mente una rosa di nomi, ma sono pragmatico e ho la testa aperta a soluzioni con criteri diversi anche nel metodo». «Quello che escludo - ha aggiunto - è un presidente che non incroci il consenso del centrosinistra. Noi abbiamo 490 grandi elettori».
"SE NON SERVO MI TOLGO DI MEZZO" Bersani è pronto ad un passo indietro se non dovesse andare in porto la sua proposta del doppio registro per formare il nuovo governo. Dopo aver spiegato la formula del doppio registro, Bersani ha commentato: «Altre proposte non fanno per me, e io sono disposto ad un passo indietro per il mio Paese. Se c'è qualcosa al di sotto di questo ci acconceremo, ma non bastano alle esigenze del Paese». «Togliamo di mezzo questa bersanite acuta - ha poi aggiunto - io sono a disposizione: se servo bene, altrimenti mi tolgo di mezzo».
URNE A GIUGNO? "NON SO SE MI CANDIDO" «Devo ancora pensarci»: così Pier Luigi Bersani, intervenendo ad Agorà, su Raitre, ha risposto ad una domanda se sarà ancora candidato per il Pd in caso di urne anticipate a giugno. In caso di voto anticipato, è stato domandato a Bersani, ci saranno nuove primarie? «Ci sono già state» ha replicato il segretario del Pd. Ma si terranno di nuovo in caso di urne anticipate? «Non lo so» ha risposto ancora Bersani.
LEGGE ELETTORALE «Credo che il buonsenso ci porterebbe a tornare al 'Mattarellum'» cioè il precedente sistema elettorale, ha detto Bersani, che ha sottolineato che «Hollande al primo turno ha preso gli stessi voti del Pd, ed ora governa, ed anche Bush ha vinto su Gore forse per un solo voto eppure ha governato».
"GOVERNO M5S? PRIMA CHIARISCANO" «È una richiesta legittima e io la rispetto, ma voglio capire come M5S vuole mettersi mani e piedi nel solco della Costituzione». Così Pier Luigi Bersani, intervenendo ad Agorà su Raitre, ha risposto ad una domanda sulla richiesta del movimento di Beppe Grillo che si dia l'incarico al suo movimento per formare il nuovo governo. «Ho letto che Grillo - ha raccontato Bersani - ha detto 'Napolitano dia l'incarico al Movimento, il quale poi sceglierà il nome'. Io faccio fatica - ha proseguito Bersani - perchè la Costituzione va in una direzione diversa».
Alla domanda se teme «derive» da parte del M5S, Bersani ha risposto: «Io sono amichevole, ma mi piace dire fin dove posso arrivare. Nel Movimento 5 Stelle c'è una incompiutezza che va chiarita». Analogo il giudizio sull'occupazione della Camera annunciata per oggi: «Non ho capito cosa significa: è solo simbolica?».
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