ROMA - È terminato intorno alle 16 l'incontro tra il sindaco di Firenze Matteo Renzi e Massimo D'Alema in Palazzo Vecchio. L'incontro è durato circa un'ora. «È stata una lunga, cordiale e amichevole conversazione», ha commentato D'Alema, uscendo dall'incontro.
«Non credo che ci sia stata nessuna telefonata», ha aggiunto a proposito di «presunte telefonate romane» volte ad escludere il sindaco di Firenze dai grandi elettori per il Quirinale.
D'Alema ha espresso le sue perplessità sul voto del Consiglio regionale della Toscana che non ha visto il sindaco di Firenze Matteo Renzi risultare tra i grandi elettori inviati a Roma, dopo la scelta operata dal gruppo del Pd in favore dell'attuale presidente dell'assemblea toscana, Alberto Monaci: «Quel voto è stato un errore» ha affermato, osservando però che «è comunque una questione dipesa da dinamiche locali».
Per la scelta del candidato al Quirinale «è stato scelto un metodo di ampia consultazione, condotta da Bersani, per scegliere un candidato o una candidata di alto profilo, e che abbia il più alto consenso possibile», ha detto D'Alema. L'ex premier ha quindi precisato che «chi sarà il candidato lo dirà Bersani».
Per la scelta del candidato al Quirinale «è stato scelto un metodo di ampia consultazione, condotta da Bersani, per scegliere un candidato o una candidata di alto profilo, e che abbia il più alto consenso possibile».
RENZI: BASTA POLEMICHE «Lasciamo le polemiche a chi vuole farle, noi lavoriamo». Così Matteo Renzi in un post su facebook dopo aver criticato la politica nazionale che «discute di tante cose, molte inutili, che riguardano solo gli addetti ai lavori».
BERSANI: "NESSUNA SCISSIONE" Lo scontro nel Pd si fa sempre più acceso, ma se sente parlare di scissioni Bersani risponde di non avere «problemi di questo genere». A Matteo Renzi non va giù l’esclusione dal gruppo di rappresentanti toscani che, come Grandi elettori, parteciperanno al voto per il presidente della Repubblica. Il rottamatore non nasconde la rabbia e accusa i vertici del partito di aver tramato per farlo fuori. «Mi avrebbe fatto piacere rappresentare la mia Regione. Qualcuno mi aveva detto vai avanti tranquillo, ti votiamo, ma poi è arrivata qualche telefonata da Roma per fare il contrario».
Una trappola, insomma. Ma Bersani respinge le accuse. «Telefonate? Chiedete alla Telecom – scherza – . Quello dei grandi elettori è l’ultimo dei miei problemi»”. Il segretario allontana da sé anche la responsabilità dello stallo: «Io ho una proposta l'ho fatta. Mi hanno detto no M5s e Pdl». Tra Bersani e Renzi, oltre alle schermaglie però c'è una distanza profonda sulle modalità di gestione dell’impasse istituzionale. Il sindaco non crede alla strategia bersaniana di un governo di minoranza e preferirebbe andare «il prima possibile alle elezioni».
Rimane in salita la trattativa sul Qurinale. In ascesa le quotazioni rosa, tra cui primeggia la radicale Emma Bonino, seguita da Severino, Finocchiaro, Boldrini. Ma se dovesse esserci una scelta condivisa fra Pd e Pdl - quella che Grillo chiama «inciucio a porte chiuse» - i nomi più probabili rimangono quelli di Giuliano Amato, Franco Marini, Massimo D’Alema. Tra gli outsider circolano i nomi del presidente del Censis, Giuseppe De Rita, o nel caso in cui alla fine, l’accordo tra i Democratici e Berlusconi saltasse, quello di Prodi. E proprio sull’ex premier potrebbero convergere i voti M5s a partire dalla quarta votazione. I grillini comunque da oggi saranno impegnati a scegliere sul web il proprio candidato al Colle.
BERLUSCONI: "BERSANI AL COLLE" Un'idea spiazzante, forse politicamente strategica. Sicuramente ben pensata. Silvio Berlusconi, secondo un articolo apparso su La Repubblica, fornisce la sua visione sul quadro politico che potrebbe delinearsi da qui a breve tempo, con Pier Luigi Bersani Presidente della Repubblica, con un governo di scopo, con gli italiani di nuovo alle urne il 7 luglio.
“Dal colloquio avuto con Pierluigi ho avuto la sensazione che non escluda affatto di finire lui stesso al Colle e a quel punto, vi dirò, potrebbe pure servire a sbloccare la situazione”, commenta il Cavaliere, durante la cena di martedì sera con Alfano, Verdini, Brunetta, Schifani, Gasparri, Cicchitto, a Palazzo Grazioli.
Tratto da