Cosa rappresenta il tentativo di “larghe intese”?
La prima impressione, suffragata dalle “larghe pretese” di Berlusconi, appare come il cedimento suicida di chi partecipa ad un gioco ben sapendo che l’avversario bara per sua stessa natura.
Quando nel tavolo da gioco si scopre che uno dei giocatori bara, si leva un mormorio di condanna, quando non accade di peggio; nel nostro caso assistiamo esterrefatti alle urla scomposte di approvazione da parte di quelle persone che sanno benissimo che parteciperanno alla spartizione dei bottini, quando, grazie al baro riusciranno ad entrare nella stanza dei bottoni; non è un gioco facile di parole, è la realtà che ce lo impone.
Quali sarebbero le “intese” che avranno l’onore e l’onere di diventare “larghe ?
Si tratta di far convivere gli opposti e i contrari: convivenza o “larghe intese” tra chi rispetta le istituzioni, la legge, la Costituzione e chi li disprezza, li offende, li denigra e li interpreta a modo suo e quando si è trovato nella impossibilità di interpretare quelle leggi “pro domo sua” allora le leggi se li è fatte su misura.
Larghe intese tra chi crede nell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte ai diritti e ai doveri, uguaglianza di fronte alla legge, e chi disprezza le classi più deboli, dimostrandolo tangibilmente offrendo agli evasori, agli esportatori di capitali all’estero lontano dal dovere di pagare le tasse, alla malavita organizzata, quello scandaloso scudo fiscale, offrendo per pareggiare i conti quell’indegna “social card” che costringeva i “fortunati”possessori alla quotidiana mortificazione per elemosinare una somma inferiore al valore di0,500 gr. di pane.
Larghe intese tra chi abusa del potere politico con la forza del più forte, ma non del più Giusto e chi accetta il rigore delle Istituzioni.
Larghe intese tra chi crede nei valori della famiglia e chi dice di crederci ma esalta la vita dissipata, le cene eleganti, il bunga bunga, pagando con prepotenza il diritto dei suoi comodi.
