La bozza del ddl del governo: abolizione del finanziamento graduale e in 3 anni, detrazioni ai donatori e 2 per 1000, sedi fornite dall'Agenzia del Demanio nei capoluoghi.
I partiti che non adotteranno uno statuto, con criteri di trasparenza e democraticità, non potranno essere ammessi a benefici quali le detrazioni per le erogazioni volontarie, la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi e servizi. Lo prevede il disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri. L’abolizione del finanziamento sarà graduale e spalmata nell’arco di 3 anni: sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo anno e al 40% al terzo anno, per poi essere abolito del tutto.
Saranno cancellati i rimborsi elettorali, come previsto, ma saranno attivate erogazioni volontarie con detrazioni del 52% per gli importi fra i 50 e i 5mila euro e del 26% per tutti gli altri fino a un massimo di 20mila, ma anche la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi (anche tv) e servizi. Questi saranno gli unici canali di sostegno ai partiti previsti nella bozza. Altro aspetto all’esame del governo quello relativo all’Agenzia del demanio che dovrà attivarsi per garantire a partiti e movimenti locali idonei all’attività politica nei capoluoghi di provincia. Nel testo è inoltre prevista la possibilità di “scaricare” è la quota associativa ai partiti e l’iscrizione a scuole corsi di formazione politica. Non è previsto niente, invece, per regolare il funzionamento delle fondazioni politiche.
Dal 2014, inoltre, come ha anticipato dall’agenzia Public Policy, saranno previste detrazioni Irpef e Ires dal 26 al 52% per le donazioni di privati e aziende in favore di partiti e movimenti. Ma anche per le spese sostenute per “l’iscrizione a scuole o corsi di formazione politica”. Le detrazioni previste dal disegno di legge corrispondono per le donazioni volontarie al 52% per gli importi compresi fra 50 e 5mila euro annui e al 26% per le somme tra 5mila euro e 20mila. Per le spese sostenute per le iscrizioni a corsi di formazioni politica viene detratto il 52% su un limite di 500 euro per ogni annualità. Dal 2014, invece, si potrà detrarre dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) il 26% sulle donazioni ai partiti per importi compresi tra 50 e 10mila euro. Nelle detrazioni non vengono comprese le società e gli enti a partecipazione pubblica e le società per azioni e quindi quotate in borsa.
Quanto al 2 per mille dell’Ire, potrà essere destinato solo ai partiti e movimenti politici iscritti in un apposito Registro e che abbiano scelto di usufruire della ripartizione annuale delle risorse. Per la registrazione si richiede la presentazione di uno Statuto. Al momento della dichiarazione dei redditi, stabilisce la bozza del ddl, si potrà scegliere di destinare il 2 per mille a un partito o movimento, compilando una apposita scheda “recante l’elenco dei soggetti aventi diritto”. Viene stabilito che “il contribuente può indicare sulla scheda un unico partito o movimento politico” o destinare il 2 per mille dell’Ire allo Stato. In caso di scelte non espresse, recita la bozza del Governo, “la quota di risorse disponibili” con un limite da stabilire “è destinata ai partiti o all’erario in proporzione alle scelte espresse”. In questo caso, prosegue la bozza, “la ripartizione di risorse fra i partiti e movimento politici è effettuata in proporzione ai voti validi conseguiti da ciascun avente diritto nelle ultime consultazioni elettorali” di Camera e Senato.
Altro requisito per accedere alle donazioni di varia natura è che partiti e movimenti abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera o al Senato. Per accedere al regime fiscale agevolato servirà una richiesta alla commissione di Garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici: la commissione esamina la richiesta e la respinge o l’accoglie entro trenta giorni dal ricevimento con atto scritto motivato. Ancora dal 2014 partiti e movimenti possono essere ammessi al regime fiscale agevolato”. Anche in questo caso devono avere un eletto tra Camera, Senato, consigli regionali.
Intanto il consiglio dei ministri ha dato il via libera alla proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Il bonus per l’efficienza energetica, secondo la bozza del governo, è prorogato dalla fine di giugno al 31 dicembre 2013 e sale al 75%. Il bonus per le ristrutturazioni al 50% riguarderà anche gli arredi fissi (cucine, armadi a muro, bagni) e i lavori per l’adeguamento alle norme antisismiche. ”E’ molto importante la decisione non solo di prorogare gli incentivi per le ristrutturazioni al 50% ma di aumentare le detrazioni per gli interventi di efficientamento energetico al 65% – spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini - Una misura forte, che aiuterà l’intero comparto dell’edilizia a uscire dalla crisi, a cominciare dalle piccole imprese ma che indirizzerà anche gli interventi nella direzione dell’innovazione e dell’efficientamento energetico”.
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