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letta al g8

MOSCA - Il debutto sulla scena internazionale, il premier Enrico Letta lo ha voluto preparare ieri pomeriggio con il ministro degli Esteri Emma Bonino appena rientrata da Mosca. L’attesa e la speranza del premier non è però tanto di contribuire a una soluzione del problema siriano, incontrando i presidenti di Russia e Stati Uniti, Vladimir Putin e Barack Obama, quanto di riuscire a trovare una spinta sul tema occupazione giovanile in vista del consiglio Europeo del 27 e delle prossime scelte che dovrà compiere il governo.

DECRETO DEL FARE Il varo del «decreto del fare» è stato salutato con successo dalle forze politiche della maggioranza. L’enfasi posta dai ministri del Pdl e dallo stesso Silvio Berlusconi non preoccupa Letta considerando che è proprio in Via dell’Umiltà che si è abbattuta di recente una secca sconfitta elettorale. Ad attendere l’esecutivo restano le due altre questioni che sinora sono state rinviate ma sulle quali si misurerà quanto prima la compattezza della maggioranza: la rimodulazione dell’Imu e l’aumento dell’Iva. Malgrado le attese, Letta è convinto come il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che sarebbe assurdo drenare risorse per azzerare del tutto l’imposta sulla prima casa ed evitare l’aumento dell’Iva. In tutto servirebbero, a regime, circa 8 miliardi. Troppi per un bilancio che deve restare in pareggio, soprattutto un pessimo segnale per Bruxelles quando la chiusura della procedura per deficit eccessivo non ha ancora avuto il timbro ufficiale della Commissione. Senza contare che il governo intende presentare, nel Consiglio dei ministri di venerdì, il piano - al quale sta lavorando il ministro Giovannini - per il rilancio dell’occupazione attraverso meccanismi di sgravi fiscali e contributivi tutti ancora da finanziare.

LE RISORSE Trovare nelle pieghe del bilancio 8 miliardi non è faccenda facile. A meno che, ragionavano ieri a Palazzo Chigi, non si pensi di aggredire la spesa pubblica tagliando i dipendenti dei ministeri, degli ospedali o della scuola, mettendo però in conto un rapido inasprirsi della tensione sociale. La possibilità di un rinvio dell’aumento dell’Iva resta quindi l’unica soluzione che comunque costerebbe 1 miliardo alle casse dello Stato. Se per l’Iva si procederà con la tecnica del rinvio già usata per l’Imu, l’uso sapiente del cacciavite, come qualcuno ha definito gli 80 provvedimenti contenuti nel decreto di sabato, potrebbe non bastare quando a fine anno il governo dovrà stendere la legge di stabilità che a quel punto dovrà prevedere una serie di tagli necessari a riportare in equilibrio i conti.

RISCHI La coperta resta corta, forse cortissima, e a rischio è la coesione interna alla maggioranza mostrata venerdì scorso. Tanto più se nel frattempo i processi di Berlusconi dovessero prendere la piega temuta da molti. «Noi facciamo il possibile, non l’impossibile o ciò che non ci compete», ripete Letta in questi giorni riferendosi a ciò che potrebbe abbattersi sul governo in caso di condanna del Cavaliere. Per cercare di non aggiungere alle tensioni del Pdl anche quelle del Pd, Letta ha chiesto ieri chiarimenti al suo partito sulla possibilità evocata prima da Pierluigi Bersani e poi dal segretario Guglielmo Epifani, sul possibile governo del Pd con i transfughi del M5S. «Nessuna trappola, solo la volontà di puntellare il governo e sottrarlo ai ricatti di Berlusconi», è stata la risposta che ha solo in parte tranquillizzato il premier.

 

Tratto da

Leggo

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