Luigi De Fanis (Pdl) è finito ai domiciliari. Pagava alberghi e champagne con i fondi destinati alla Cultura. L'inchiesta è stata avviata dopo una denuncia di un imprenditore a seguito delle continue richieste di denaro che il politico gli avrebbe fatto. Coinvolte altre tre persone.
Concussione, truffa aggravata e peculato in relazione agli eventi celebrativi dell’anniversario dei 150 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio. Queste le accuse che hanno portato agli arresti domiciliari l’assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, Luigi De Fanis. Avrebbe usato i soldi pubblici per pagare alberghi e bottiglie di champagne.
Assieme a lui, della giunta di centrodestra, è stata messa ai domiciliari la sua segretaria, Lucia Zingariello. Oltre ai due provvedimenti di restrizione, firmati dal gip Mariacarla Sacco, eseguiti dal Corpo Forestale dello Stato di Pescara, L’Aquila e Chieti, ci sono anche due obblighi di dimora per Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione Culturale di Sulmona Castel di Sangro, e un imprenditore di Vasto (Chieti).
L’indagine, coordinata dal procuratore capo di Pescara, Federico De Siervo e dal sostituto Giuseppe Bellelli, si è concentrata sulla modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge che disciplina l’organizzazione, l’adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali. L’inchiesta, chiamata “Vate”, ancora aperta, è stata avviata dopo una denuncia di un imprenditore che si è rivolto al Corpo Forestale dello Stato dopo le continue richieste di denaro che l’assessore competente gli avrebbe fatto, in cambio della erogazione di fondi per l’organizzazione di manifestazioni culturali.
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