ROMA - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si dice amareggiato per le recenti critiche subite dai partiti, in merito alla sua idea di demandare ad un gruppo di "saggi" - così sono stati definiti - il compito di risolvere i problemi più urgenti del Paese.
Napolitano, infatti, ha incaricato un gruppo di persone competenti in grado di verificare i problemi urgenti del Paese, proporre e mettere in atto soluzioni.
Questi tecnici, dovrebbero fare una sorta di "quadro sinottico" della situazione, e anche «formulare precise proposte programmatiche» per riformare il Paese e mettere d'accordo le forze politiche.
L'idea del Presidente deriva dall'esempio Olandese; infatti, in Olanda nel 2012, laburisti e liberali hanno firmato un'intesa, chiamata "Costruire i ponti" con il proposito di attuare delle riforme.
Aspre sono state le critiche dei partiti per questa iniziativa; infatti, gli esponenti politici l'hanno parificata ad un «golpe», oppure ad un «ritorno della monarchia», ad un «presidenzialismo di fatto».
Il Presidente ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, nella quale dichiara il suo disagio per il mancato appoggio da parte dei partiti al suo sforzo di creare un esecutivo.
"Dopo sette anni sto finendo il mio mandato in un modo surreale, trovandomi oggetto di assurde reazioni di sospetto e dietrologie incomprensibili, tra il geniale e il demente", afferma il Presidente aggiungendo:«il momento peggiore del settennato».