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gambaro espulsa da m5s

Adele Gambaro è fuori dal Movimento 5 Stelle, per 13.029 voti (il 65,8%) contro 6.761 (34,2%): percentuali che fanno pensare, se paragonate a quelle ben più solide del caso Mastrangeli. Specie se il crimine è quello di lesa maestà.

 È ufficiale: la senatrice Adele Gambaro è stata espulsa dal M5S. L'ultimo post del sito beppegrillo.it comunica la conclusione delle operazioni di voto che ha ratificato l'espulsione della senatrice deliberata a maggioranza dal gruppo parlamentare del Movimento, a causa delle dichiarazioni lesive per il M5S rilasciate dalla Gambaro in una intervista a Sky nella quale la senatrice faceva cadere tutte le colpe della defiance elettorale alle amministrative 2013 sul fondatore del movimento Beppe Grillo.

Come si legge nel comunicato stampa, gli aventi diritto erano 48.292, hanno votato però in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 voti) ha votato per l'espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 voti) ha votato per il no. Dati che fanno riflettere se paragonati all'espulsione del senatore Mastrangeli, avvenuta più di un mese fa. Infatti per quella espulsione votarono 19.341 iscritti al movimento, 449 in meno rispetto la votazione per l'espulsione della Gambaro. Ma la percentuale che espulse l'istrione Mastrangeli fu significativamente più alta: l'88,8% (pari a 17.177 voti) votò per l'espulsione, il restante 11,2% (pari a 2.164 voti) votò per il no.
 

Sono stime che fanno riflettere su come la base del Movimento abbia preso in considerazione molto più sensibilmente di prima un tema caldo all'interno del movimento: la libertà di espressione. Che sicuramente esiste, non bisogna metterlo in dubbio, ma esiste ed è esercitata nella misura in cui questa non debba ledere al movimento stesso. Se Mastrangeli, almeno apparentemente, violò le regole del codice di comportamento sottoscritte, questa volta la Gambaro non ha violato proprio nessuna regola. Ha espresso una sua opinione sui risultati delle amministrative e ha inopportunamente (o forse non del tutto?) fatto di Beppe Grillo il capro espiatorio dei risultati della tornata elettorale.

La differenza tra il sì all'espulsione di Mastrangeli e quello della Gambaro è del 23%: è una fetta imponente degli iscritti al Movimento, considerando che il numero dei votanti è stato più o meno lo stesso in entrambe le votazioni. Una fetta del 23% non deve e non può restare senza essere giustificata. Vuoi per la motivazione dell'espulsione del tutto discutibile, vuoi per i toni para-aggressivi assunti da Grillo durante la campagna elettorale delle Comunali 2013, una porzione attiva (o quasi) del movimento sta delineando una spaccatura all'interno del movimento su un tema come la libertà di espressione che è stato l'oggetto portante di tutte le cause portate avanti dal M5S.

E se il reato di vilipendio è messo sempre più in discussione da Beppe Grillo, allo stesso modo il comico genovese si è servito della sostanziale fattispecie per cacciare la Gambaro. Perché il delitto commesso dalla Gambaro è sostanzialmente uno: vilipendio per lesa Maestà.

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