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E' il D-Day per Silvio Berlusconi. E forse non solo per lui. Era attesa, infatti, per oggi, mercoledì 19 giugno la sentenza della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione sul legittimo impedimento.

E puntualmente è arrivata. La consulta ha dato ragione alla procura di Milano, che nel 2010 negò il legittimo impedimento a Silvio Berlusconi, e quindi il prossimo ottobre si arriverà alla sentenza definitiva nei confronti dell'ex Premier, nell'ambito del cosiddetto processo "Mediaset".

Circa un mese fa, infatti, da Milano era arrivata la conferma in appello della condanna al Cavaliere.

Le reazioni politiche non si fanno attendere. A esprimere solidarietà al leader del centrodestra sono innanzitutto i ministri del PdL, che si dicono "allibiti e preoccupati" da una consulta che, secondo loro, "travolge ogni principio di collaborazione». Non si fa attendere neanche la reazione di Berlusconi. Il Cav, comunque, in una nota conferma il suo sostegno al governo: «Dalla discesa in campo ad oggi la mia preoccupazione preminente è sempre stata ed è il bene del mio Paese. Perciò anche l'odierna decisione della Consulta, che va contro il buon senso e tutta la precedente giurisprudenza della Corte stessa, non avrà alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo né su quello del Popolo della Libertà. E ciò nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici. Questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non è mai riuscito attraverso il sistema democratico perchè sono sempre stato egittimato dal voto popolare - conclude - non potrà in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta e più libera».

Al centro del giudizio della Corte un'udienza di primo grado del marzo del 2010. Quel giorno il Tribunale decise di proseguire il dibattimento sebbene l'imputato fosse impegnato in una riunione del Consiglio dei ministri. Secondo i giudici di Milano la data dell'udienza era stata fissata in accordo tra le parti, mentre il consiglio dei ministri era stata convocato, all'ultimo momento, spostandolo dal venerdì al lunedì.

Tornando al processo vero e proprio secondo i Pm Berlusconi avrebbe intascato fondi neri (280 milioni di euro in dollari, lire, franchi francesi e svizzeri e fiorini olandesi) in nero, senza pagarvi le tasse e frodando i propri azionisti.

Se Berlusconi dovesse, ad ottobre, vedere confermata anche dalla Cassazione la sua condanna a 4 anni, con i 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, diventerebbe automaticamente ineleggibile. Secondo molti osservatori questo non potrebbe non avere ripercussioni sulla situazione politica. Il Cavaliere, se la Corte dovesse confermare un giudizio a lui avverso, potrebbe essere tentato dal far saltare il "banco" del governo Letta, per andare alle urne in una sorta di "giudizio definitivo" nella ventennale lotta tra lui e la magistratura, da portare davanti agli elettori.

Oltretutto, per Berlusconi, i problemi non finiscono qui. Infatti, all'inizio della prossima settimana è attesa la sentenza del processo Ruby, e, soprattutto la sentenza definitiva - in ambito civile, con tanto di maxi risarcimento alla famiglia De Benedetti - per il "Lodo Mondadori".

Senza contare che, proprio oggi, la Giunta per le elezioni del Senato ha fissato per il prossimo 9 luglio la seduta sui ricorsi per l'ineleggibilità del leader del Pdl.

 

Tratto da Blogo
di Marco Esposito

http://www.blogo.it/news/politica/redazione/33419/berlusconi-la-corte-costituzionale-respinge-il-legittimo-impedimento-nel-processo-mediaset/ 

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