Invano Hannah Arendt fissò in due parole semplici, che hanno un'evidenza fotografica, il carattere essenziale dei crimini contro l'umanità: "banalità del male", scrisse, e aveva in mente Eichamann, un uomo che aveva organizzato il trasferimento degli ebrei nei campi di sterminio e poi, trascinato in tribunale per il mostruoso genocidio, sostenne di essersi limitato a "occuparsi di trasporti".
Noi facciamo come lui. Ci nascondiamo dietro la retorica, dietro i giorni della memoria a scadenza fissa e poi assistiamo inerti alle chiacchiere di legislatori che fanno nascere nuovi "organizzatori di trasporti". La nostra inerzia ci rende complici. Se il Mediterraneo s'è trasformato in un immenso cimitero, se oltre il mare c'è un deserto in cui si ammassano cataste di morti sventurati e nessuno ne parla, se tutto questo avviene sotto i nostri occhi e non accade nulla, per favore, piantiamola di dirci addolorati e guardiamo ai fatti per quello che sono.
Andata in scena la pantomima del silenzio nelle scuole e nelle università, il governo tedesco ci ha prontamente informati: per Angela Merkell i "clandestini", come continua a chiamarli su Repubblica il giornalista democratico Ezio-Mauro sono un problema dell'Italia. Uno si aspetta che a questo punto la ministra Carrozza tenga fede alle dichiarazioni di sdegno e, come aveva annunciato, pretenda da Letta e dalla Merkell che si apra un immediato "confronto sui temi dell'accoglienza, dell'integrazione e dell'immigrazione, strategici per il nostro Paese e per l'Europa". Si aspetta che lo chieda senza inutili prudenze diplomatiche, urlando se serve, puntando i piedi e ricavando dalla rozza e arrogante posizione tedesca e dagli impacciati balbettii del suo impotente presidente del Consiglio le sole conseguenze possibili: così com'è nata, tutta banche, banchieri, deliri liberisti e gendarmi armati contro la disperazione e lo sfruttamento, questa Europa non è né riformabile, né accettabile. E' l'Europa che ha costretto la Grecia a chiudere le università, imbavagliando così quella che è stata la culla della civiltà. Questa Europa è un mostro dai connotati nazisti che andrebbe immediatamente neutralizzato.
Gli insegnanti si aspettavano altro dalla ministra. Piuttosto che al lutto, avrebbero preferito che l'esponente del "democratico governo italiano", li avesse invitati a riflettere con gli studenti sui segni indelebili che ha già lasciato nella storia della ferocia umana la criminale volontà politica del binomio Germania-Italia. Sarebbe stato necessario farlo, piuttosto che occuparsi dell'Invalsi e delle circolari, perché provare a coltivare il pensiero critico non solo non è tempo perso, ma ci aiuta a riconoscere le azioni malvagie. Il male di cui parlava la Arendt non si presenta, infatti, con un'etichetta, non si dichiara per quello che è. Le leggi razziste che regolano l'accoglienza, passano nell'indifferenza della popolazione, perché la retorica della sicurezza, il "male banale" travestito da "bene" - io mi occupavo solo di trasporti - attacca alla radice la facoltà di pensare e fa sembrare giusto ciò che è sbagliato. Creare gli strumenti che affinino la facoltà di giudizio su quanto di morale e immorale ci sia in una legge, significa porre un argine a un nuovo e più tragico totalitarismo. E' l'uomo avvezzo a rispettare l'ordine gerarchico, che si ferma all'apparenza e fa del male in nome d'una legge mostruosa. E' la legge, dice a se stesso, e ubbidisce. Lo fa, perché il mostro non lo riguarda: lui esegue solo una disposizione. Mancano gli strumenti. Per contrastare questa incapacità di pensare criticamente, la Ministra dovrebbe saperlo, la scuola non ha bisogno di star zitta un minuto, ha bisogno di risorse e di guide preparate. Lei, invece che fa? Lei lascia che il vice di Letta, quel galantuomo di Alfano, si faccia garante di una legge barbara e razzista come la Bossi-Fini e se ne sta zitta. Se ne sta zitta e non parla nemmeno quando Letta, il Presidente del Consiglio di cui fa parte, dimostra coi fatti di non voler mettere in discussione i rapporti di forza europei, che sottomettono la politica alla speculazione della finanza. La ministra è così presa da una "normalità" malaticcia, dalla "terribile normalità" delle atrocità, che non sente quanto siano intollerabili la retorica del dolore e il minuto di silenzio. Lei non è stupida, lei pensa, ma si muove nei limiti che le impone la mostruosa,"normalità" del potere e tutto quello che sa dirci è che possiamo star tranquilli: non si candiderà al congresso del suo partito.
La Arendt ebbe come modello Socrate e fece del dubbio la sua religione. Scelse Socrate perché suscitava dubbi e domande e obbligava al giudizio. Scelse il filosofo greco, perché aveva messo tanta paura al potere. che si tentò di farlo tacere. E' la pia illusione del male. Socrate, infatti, ancora oggi continua a parlare alle generazioni che si susseguono e quando i nostri giovani impareranno ad ascoltarlo e a guardarsi dentro, allora capiranno che non è più tempo di scrivere o parlare. Un'intera generazione si incontrerà nelle piazze. Stessa ora, stesso obiettivo, una sola decisione: se ne devono andare. Chi ci governa così male se ne deve andare via per sempre. Con le buone, se possibile, con le cattive se necessario.