La politica. Secondo un vecchio proverbio è l'arte del possibile. A significare che il potere che attiene a chi la esercita consente qualsiasi soluzione. Secondo Giovanni Sartori, personaggio fra i principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane. Ed è così che a noi piace considerarla
Ridurre l’anomalia italiana al caso Berlusconi e – peggio ancora – illudersi di superarla monitorando le reazioni dei berlusconiani e andare avanti con questo governo significa votare al suicidio la nostra democrazia.
Nessun ministro lo dice, ma il governo lavora per buttar giù il sottile diaframma che ci separa da un evento luttuoso: archiviare la Costituzione antifascista. Non è facile dire se la storia si ripeta e se nel «replay» prevalgano la farsa o la tragedia.
Lucarelli, Salvi, Ingroia, La Valle, Giulietti e altri chiedono una firma per fermare la procedura di modifica della Carta messa in opera dalla maggioranza delle larghe intese. Che affossa l'articolo 138, umilia i parlamentari e tiene all'oscuro l'opinione pubblica. Mentre il Porcellum resta.
Seduta fiume a Montecitorio per l'approvazione. L'opposizione ha presentato 251 ordini del giorno: "Andremo avanti se il governo non accetterà di rinviare a settembre il ddl sulle riforme costituzionali". Il leader del Movimento 5 Stelle sul blog: "Vogliono fare della Costituzione carne da porco". Il governo vuole fare presto: sul piatto anche il ddl sul finanziamento ai partiti.
L'ex presidente del Consiglio: "In materia fiscale non c'è larghezza di mezzi, su questo aveva avuto una grande intuizione il Cavaliere". Il Professore poi dice di condividere largamente "quello che dicono i grillini": "Ma ho soluzioni completamente diverse da loro".
Le rivendicazioni di Storace, la battaglia tra ex colonnelli e finiani. E poi i presunti "regali" al Pdl. Cause, perizie e accuse per mettere le mani sul patrimonio di un partito politicamente scomparso.
Il risultato finale della votazione è stato di 226 voti contrari, 55 favorevoli e 13 astenuti. Silvio Berlusconi e Enrico Letta in prima fila a sostenere il ministro. E lo stesso presidente del consiglio ammette: "Oggi voto di fiducia sul mio governo, non solo su Alfano". Ma il Pd si spacca.
Berlusconi blinda il ministro degli Interni: se cadesse il segretario del partito, trascinerebbe giù il governo. Ma sulla lunga distanza, quando le acque saranno più calme e di fronte all'ipotesi di elezioni anticipate, il Cavaliere potrebbe sacrificare Angelino spostando il ciellino al Viminale.
“Sarei stato pronto a dimettermi anche oggi se le forze politiche che mi hanno eletto me lo avessero chiesto. Ma così non è stato”. Roberto Calderoli interviene al Senato in merito alle polemiche sorte dopo le sue dichiarazioni, in cui aveva paragonato il ministro Cécile Kyenge a “un orango”.
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