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Affermazioni di Roberto Cota nella trasmissione "Linea Notte" del 25 settembre 2013.
La politica. Secondo un vecchio proverbio è l'arte del possibile. A significare che il potere che attiene a chi la esercita consente qualsiasi soluzione. Secondo Giovanni Sartori, personaggio fra i principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane. Ed è così che a noi piace considerarla
Affermazioni di Roberto Cota nella trasmissione "Linea Notte" del 25 settembre 2013.
Bisogna riconoscerlo, Angelino Alfano, vice di Letta, Ministro dell'interno e segretario del Pdl, ha il fascino singolare e perverso dei celebri personaggi di Robert Luois Stevenson. Lo «sdoppiamento» della personalità è figlio naturale dell’eterno conflitto tra ragione e istinto; un conflitto che chiama così direttamente in causa le coscienze che nessuno potrebbe onestamente dichiarare di non averlo mai vissuto. Negarlo è impossibile, ignorarlo è sintomo di un vero delirio, volerlo, coltivarlo come una conquista, farne il perno attorno a cui gira la vita è forse banale opportunismo, ma non sarebbe giusto fare del moralismo a buon mercato: il vincolo che lega bene e male nell’ambiguità dell'animo umano è uno dei fattori determinanti nel corso degli eventi storici.
Alfano, che nella vita politica di questi ultimi anni ha assunto un ruolo di primo piano, da qualche tempo si sdoppia e recita due ruoli, dei quali uno è la negazione dell’altro. E’ ad un tempo insensato e saggio, senza mostrare sintomi di una qualche sofferenza, ferite aperte e sanguinanti o lacerazioni che minaccino suppurazioni. E’ uomo delle Istituzioni e allo stesso tempo uomo di Berlusconi, che delle Istituzioni è nemico dichiarato e agguerrito. Al Ministero, in veste di responsabile degli Affari Interni, Alfano è un vero cane da guardia delle Istituzioni, conosce per esperienza diretta la naturale controparte, sa chi sono, cosa pensano e come si muovono i nemici dello Stato e non ha timore di affrontarli con strema decisione. E’ uno, insomma, che l’ordine pubblico lo tiene a qualunque costo e non perdona nulla, toni sbagliati, parole stonate e persino un fischio o un’innocua pernacchia.
“Lo Stato fa lo Stato” - ha dichiarato giorni fa a muso duro, mettendo sull’avviso i No Tav. I “delinquenti si rassegnino”, ha proseguito poi minaccioso, e in un battibaleno è passato dalle parole ai fatti, trattando la Valsusa” come fosse la Libia ai tempi del fascismo. Si può sospettare che, come ai tempi delle avventure in terra d’Africa, anche Alfano abbia da tutelare gli interessi di una qualche “Banca di Roma”, di certo, però c’è che non va per il sottile. In un amen, infatti, ha inviato contro le nascenti bande di guerriglieri, brigatisti e anarco-insurrezionisti più di duecento soldati in assetto di guerra, che si sommano ai duecento già in linea assieme a reparti scelti di celerini e carabinieri; a segnare la rotta pensa il Codice Rocco, bussola fascista felicemente adottata dall’Italia antifascista. Non bastasse, per annientare chi pretende di “contrapporsi alla legge ed alla democrazia”, Alfano ha chiamato una donna Prefetto con esperienza di territorio e ordine pubblico a lavorare di concerto con l’agguerrita Procura della Repubblica, adeguatamente rafforzata da un magistrato esperto di terrorismo. Insomma, un inappuntabile servitore dello Stato: ligio alla legge, ossequioso coi giudici, deciso a reprimere ogni movimento di piazza e ogni delinquente.
Non giungerò a sostenere che, nuovo dottor Jakyll, nella stessa giornata, cambiando di sede, Alfano si trasformi, muti la carnagione, diventi pallido, piccolo e tozzo, al punto da apparire ripugnante come mister Hyde sembrava a Utterson nel romanzo di Stevenson; un dato però è certo: con un sdoppiamento inspiegabile, nelle riunioni di partito, quando è uomo di Berlusconi, Alfani rovescia come un guanto la sua impeccabile condotta di ministro. Tanto è servitore dello Stato al Ministero, quanto ne diventa nemico a Palazzo Grazioli; tanto è vicino al Presidente Enrico Letta, di cui fa il vice sui banchi di governo, quanto gli è ostile a Villa Certosa. Tanto è rispettoso coi giudici quando indossa l’abito di ministro tanto ostile e minaccioso quando lo vuole Berlusconi. Va così ogni giorno. A momenti alterni, a seconda del tempo e del luogo, ora prevale la natura ortodossa di Jakyll, ora quella aggressiva di Hyde. In un folle andirivieni, l’aspro conflitto tra bene e male si rinnova, aspro e reiterato. A pranzo è un idillio coi democratici, a cena minaccia il divorzio e se al mattino si accorda pacificamente coi magistrati sulla strategia valligiana, la sera chi gli si parla di pubblici ministeri diventa un torero che agita un panno rosso sul muso di un toro. Alfano urla alla provocazione, strepita, minaccia la crisi e, se il capo lo vuole, si dice pronto a far ricorso alla piazza. Così, da amico che era in veste di ministro, diventa un nemico, assumendo le sembianze di Hyde e i panni di segretario del Pdl.
In questa sorta di schizofrenia da romanzi di fantasia vive e si contorce negli spasimi di una pietosa agonia la nostra sventurata democrazia.
Non può più presentarsi alle elezioni politiche italiane? E allora lui si candida alle elezioni europee in Estonia.
Avendo riportato la condanna a 4 anni, ridotta poi a 1 anno, di carcere per il reato di frode fiscale, in conseguenza della applicazione della “Legge Severino”, la quale interdice il cittadino che sia stato condannato a una pena comportante più di due anni di carcere dalla partecipazione alle elezioni politiche, Silvio Berlusconi corre ai ripari.
«All’azienda scuola sono stati sottratti 10 miliardi di euro e non si sa più come evitare il fallimento? Per favore, calma e ricordiamoci che la miglior difesa e l’attacco». Parlano chiaro tra loro il Presidente del Consiglio e il ministro dell’Istruzione, perché in fondo sanno di non correre rischi.
Sulle diverse testate giornalistiche si legge del proposito di estendere le cure mediche a tutti gli immigrati clandestini. E' logico che nessuno vorrebbe far morire uomini donne e bambini innocenti privandoli delle cure necessarie.
Ospiti a Francavilla al Mare (Chieti) in un hotel 4 stelle Superior. Francesco Clementi, professore di Diritto pubblico comparato a Perugia, ha scritto una mail in cui si manifestavano dubbi di opportunità. "Una qualsiasi sede istituzionale (dalla scuola della magistratura, a quella Superiore della Pa a quella di polizia) sarebbe stata più appropriata".
Presidente del Consiglio, ministro del Tesoro e dell'Interno, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. Con questo curriculum l'ex socialista e poi democratico diventa nuovo membro della Corte costituzionale come riporta Il Corriere della Sera. Primo impegno dei giudici l'elezione del presidente. Ieri il congedo di Franco Gallo.
Al banchetto dei referendum radicali l'ex premier ha firmato tutti e 12 i quesiti. Compresi quelli per abrogare le leggi su tossicodipendenze e immigrazione varate quando era al governo. Ma solo nel 2011 tuonava contro la sinistra che "vuole liberalizzare droghe e città aperte a clandestini".
In una lontana introduzione a un ormai classico saggio di Pietro Grifone sul peso della finanza nella nostra storia, Vittorio Foa tornava addirittura a Bucharin per cogliere nella «simbiosi del capitale bancario con quello industriale» l'essenza della finanza
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